RECENSIONE LIBRO: EX TENEBRIS DI LORENZO BASILICO

Un mago normale si destreggia in una Milano diventata la Casablanca del soprannaturale, tra folletti poco raccomandabili, licantropi e il mutuo da pagare. Ma qualcuno lo sta cercando. E niente sarà più come prima.


RECENSIONE:
Questo libro è un urban fantasy, dove possiamo trovare varie specie di creature: vampiri, licantropi, nani, streghe ecc., in cui devono ambientarsi e vivere, per non destare sospetti, in una città come Milano.
il protagonista è Annibale. Si direbbe una persona normale, che lavora per il comune come spazzino/netturbino, con un buon carisma e una buona dote di ironia e auto-ironia, specialmente con la sua collega, in cui c'è, e sembra esserci, un buon legame tra loro. In realtà Annibale nasconde un segreto, è un mago; seppur definendosi mediocre, e lo è, ha dei poteri.
Il libro è in prima persona, il che non mi crea nessun problema dato che ho già letto libri in prima persona, come Hunger games e la serie di the selection, quindi la trovo un'idea innovativa di ciò; ma c'è un ma, e qua inizio ad andarci pesante. l'ho un po' con l'autore, perchè sento la discriminazione già nelle prime pagine. Mi spiego meglio. Paragona Milano come posto migliore per la magia e ridicolizza Torino, città esoterica (dove magia bianca e nera si fondono) per eccellenza insieme a Londra e San Francisco; che tra l'altro Torino ne è il vertice.
questo mi ha fatto un po' odiare l'inizio, non c'è alcun approfondimento a riguardo e trovo che ridicolizzare una città come Torino con una città nota per la moda non è particolarmente professionale, soprattutto se non si ha competenze o che non si approfondisca in maniera esaustiva l'argomento.
Quello che apprezzo è il fatto che la storia narra di una persona qualunque, con problemi di omologarsi con gente "normale" in una metropoli.
Mi son sorte delle domande, tra cui: com'era il suo passato? perchè ha voluto lavorare come una persona qualunque, priva di poteri? 
Fossi io una strega o mago avrei preferito fare un lavoro di mia competenza e con le mie attitudini magiche.
Un'altra nota dolente è che non fa nulla per migliorare le sue competenze magiche o relazionali. 

Per le competenze magiche ha chiesto aiuto ad un mago, più potente di lui, per la protezione della casa, e qua intravedo l'influenza di Harry Potter in cui proteggono la loro casa (o i luoghi magici) con incantesimi di protezione; protezione che svanisce miseramente con l'ingresso di maghi (?) più potenti di Annibale; per cosa poi? cosa vogliono? 
Senza contare che abita con un'inquilino, di cui c'è indifferenza più assoluta. Qua mi da l'idea di essere anche un sociopatico, ti metti una persona in casa, oltretutto senza poteri magici, e non cerchi di conoscerla meglio e di avere un dialogo?
E' stato messo in pericolo anche la vita di un'uomo senza poteri magici; se queste persone fossero entrate mentre c'era l'inquilino? cosa sarebbe successo? l'avrebbero fatto fuori? avrebbero estorto informazioni per sapere dov'era? 

Annibale chiede aiuto ad un elfo scorbutico doppio giochista, che lo vuole sia morto che vivo; ma perchè? avrei approfondito anche questo lato, dato che c'è solo il riscontro del mago, dicendo ben poco. Gli viene accennato che solo uno stregone potente poteva entrare in casa con tutti quegli incantesimi, oppure 2/3/4 maghi mediocri come il protagonista.

Spero che questo approfondimento venga detto nel sequel, perchè è un'altra cosa che non ho ben capito.
 Riprendendo la recensione, non è ben chiaro dall'inizio il ruolo di sto pover'uomo, di cui si sa tutto e niente. mi da l'idea di essere una sorta di magonò, in cui deve chiedere aiuto per la qualunque, ma che razza di mago sei?
Si accenna anche ad una sua amica, Idea, che lui non sa ancora cosa vuole, come ho detto prima sembra avere scarsità di rapporti interpersonali oltre che magiche, mentre per lei il sentimento è ben oltre di quello che prova lui. Sembra che gli dia fastidio quando gli salta addosso per abbracciarlo e baciarlo. 
Lei lo avvisa che è in pericolo, tutti gli stanno dicendo ciò, ma non ci crede affatto, fin quando non viene sia aggredito due volte.

Un'altra cosa che ben poco ho apprezzato è che si passa dalla prima persona di Annibale alla prima persona di chi? Dato che in certi capitoli ci son riuniti elfi, vampiri e nani. Infatti li ho riso di gusto vedere tre creature dove litigano tra loro, per poi essere di nuovo d'accordo per ucciderlo; e qua Annibale mi fa tenerezza, tutti che lo vogliono morto, ma che nessuno vuole aiutare.
Poi mi chiedo: un mago che si reputa tale, almeno in questo mondo, perchè ha bisogno di un ausilio di un aggeggio, orologio style, per potenziare la forza/potere? Questa cosa ti dovrebbe essere insegnata a scuola, o i maghi di Milano non hanno bisogno di nessuna scuola? 
Aggeggio che gli serve a ben poco diverse volte, ed una per aiutare a chi lo vuole morto, tra l'altro.
Mi ricorda troppo Harry Potter, che da solo non riesce a cavarsela, ma almeno Harry la testa la usava e cercava di difendersi e combinare qualcosa di buono. 
Annibale sembra che se ne stra-freghi che qualcuno lo stia uccidendo, caspita sei un mago, combatti, come farebbe qualsiasi persona. Tutti sotto pressione e con la vita che sfugge di mano si aggrappano a qualcosa pur di cercare di rimanere in vita; lui no, scappa, finché non succede quello che sia lui che il lettore teme. viene scovato, si fa proteggere da delle pietre viventi, usa il dispositivo, una strega lo rapisce e poi? per poi consegnarlo al nemico.
Ma.... è successo troppo in fretta, mentre altre parti sono piatte..


Il libro in sé è carino, mi aspettavo un po' di più. Ci son delle cose che andrebbero riviste e rivisitate. 
mi da l'idea che st'uomo sia privo di polso, privo di tutto, tranne che per la simpatia e ironia. La lettura è molto scorrevole, a tratti scurrile, non ho nemmeno apprezzato le parolacce, cerchiamo di evitarle almeno in un libro che può finire ad un bambino. 
Ah! i nomi di alcuni, sembrano sumeri per la pronuncia. 
Ripeto, è una bella storia di maghi tutta italiana, rivisitata, ma purtroppo queste parti andrebberp riviste. Spero che l'autore non me ne voglia troppo.

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